Cosa visitare a Palermo in un weekend | La Cattedrale
Il secondo giorno del nostro soggiorno a Palermo (clicca qui per leggere il primo post), ci siamo risvegliati con una dolce colazione a base della famosa e variegata pasticceria siciliana e un caffè nel bar che fronteggia la bellissima Cattedrale.
Ed è a lei che abbiamo dedicato parte della nostra mattinata.
Le vicissitudini storiche che l'hanno coinvolta sono diverse, infatti dopo la sua antica costruzione in nell'area a ridosso delle antiche mura punico-romane, fu anche trasformata in moschea del venerdì al tempo della dominazione islamica, e restituita al culto cristiano nel 1072 da Roberto e Ruggero d’Altavilla. Ed è all'arcivescovo Gualtiero si deve la ricostruzione dell’edificio normanno, collocata dagli studiosi tra il 1169 – anno dell’elezione di Gualtiero ad arcivescovo – ed il 1185, anno della consacrazione della chiesa.
La facciata sud-occidentale, che guarda l'arcivescovado, risale ai secoli XIV-XV, mentre il gruppo di campanili in stile neogotico svettanti sopra la torre campanaria, sono stati realizzati tra il 1840 e il 1844 secondo le linee architettoniche e le decorazioni delle torri angolari del Duomo, realizzate nel secolo XIV. Il sistema decorativo a tarsie laviche con motivi ornamentali di gusto islamico che ricopre i muri esterni della cattedrale e le absidi è in buona parte quello originale del XII secolo.
La chiesa Cattedrale di Palermo, dedicata a Maria Santissima Vergine Assunta.
L'interno, che ha subito profonde trasformazioni tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento, è a croce latina con tre navate divise da pilastri (gruppi tetrastili con 4 colonne incastonate provenienti dalla antica costruzione) con statue di santi che facevano parte della decorazione della tribuna del Gagini.
Quarta campata: Ingresso laterale lato sud corrispondente al Portico Meridionale di Via Vittorio Emanuele. Addossata al 4° pilastro è presente una monumentale acquasantiera in stile rinascimentale di Domenico Gagini. Nella conchiglia due bassorilievi illustrano la Benedizione del Fonte Battesimale e il Battesimo di Gesù. Sul cupolino è raffigurato l'Angelo dell'Annunciazione.
Sempre sul lato sud, nella navata centrale si possono ammirare le statue delle quattro sante di Palermo: Santa Cristina, Santa Ninfa, Santa Lucia e Sant'Agata.
Vara reliquiario di Santa Rosalia.
Cappella delle Sacre Reliquie. All'interno dell'ambiente sono collocate le Sacre Reliquie, le urne di Santi e Sante palermitani: l'urna di Santa Cristina prima santa protettrice di Palermo, la seicentesca urna di santa Ninfa, la lastra tombale di san Cosma del XII secolo, l'urna di san Mamiliano primo vescovo di Palermo. La sistemazione museografica della cappella e il disegno della grande cancellata in ferro battuto si devono all'architetto Francesco Paolo Palazzotto intorno al 1908.
Durante la fase dei restauri della fine del XVIII secolo, fu incaricato il pittore di Sciacca Mariano Rossi di decorare la cattedrale. Gli affreschi, secondo il disegno originale, dovevano ricoprire il catino dell'abside, la volta del coro, la cupola e la navata centrale, e dovevano rappresentare idealmente il ristabilimento della religione cristiana in Sicilia per opera dei Normanni. Mariano Rossi incominciò nel 1802 e non terminò tutto il lavoro, ma ancora oggi si possono ammirare gli affreschi nel catino dell'abside, dove sono rappresentati Roberto il Guiscardo e il conte Ruggero che restituiscono la chiesa al vescovo Nicodemo e nella volta del coro, dove è dipinta l'Assunzione di Maria Vergine.
Il ricco altare del Sacramento, in bronzo, lapislazzulo e marmi colorati, è stato realizzata su disegno di Cosimo Fanzago (XVII secolo).
Nella navata destra, la prima e la seconda cappella, comunicanti fra di loro, custodiscono le tombe imperiali e reali dei normanni, intorno alle quali ruota una storia romanzesca e ricca d'interesse. Ruggero II, re dal 1130, aveva stabilito già nel 1145 che il duomo di Cefalù da lui fondato diventasse il mausoleo della famiglia reale. In tal senso aveva predisposto la sistemazione di due sarcofagi in porfido, un granito molto prezioso e di notevole durezza, originario dell'Egitto, dal colore rosso cupo che, nell'antichità, era usato esclusivamente per le commissioni imperiali. Alla sua morte nel 1154, però, egli venne sepolto nella cattedrale di Palermo in un avello di porfido dalla forma molto più semplice. Nel 1215 Federico II fece trasportare i due sarcofagi da Cefalù alla cattedrale di Palermo destinandoli a sé e al padre Enrico VI. Il sarcofago di Federico II è sormontato da un baldacchino con colonne in porfido e l'urna è sorretta da due coppie di leoni; insieme a quelli di Federico II sono stati conservati anche i resti di Pietro II di Sicilia. Le altre tombe sono quelle di Costanza d'Aragona, sorella del re d'Aragona e moglie di Federico II, di Guglielmo, duca d'Atene figlio di Federico III di Sicilia, e dell'imperatrice Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II e madre di Federico II.
Sul pavimento della navata centrale fu realizzata, durante i rifacimenti moderni, una meridiana in marmo con tarsie colorate che rappresentano le costellazioni per opera di Giuseppe Piazzi, astronomo e scopritore del supposto pianeta Cerere, e fu qui collocata nell'anno 1801.
Detta meridiana appartiene a quelle cosiddette a camera oscura, che a quell'epoca erano usate nelle chiese e palazzi nobiliari, ed è costituita da una barra di ottone lunga metri 21, centimetri 81 e millimetri 2, incastonata nella pavimentazione e definita con una orlatura di marmo bianco nella quale sono inseriti i vari segni dello zodiaco realizzati a loro volta con tarsie di marmi policromi.
Quasi alla base della cupola antistante la predetta cappella di S. Francesco di Paola, all'altezza di metri 11, centimetri 77 e millimetri 6, si trova un piccolo foro “gnomonico” che consente l’attraversamento dei raggi solari che segnalano il mezzogiorno andandosi a posizionare sotto forma di un punto luminoso sulla barra di ottone del pavimento e che, a seconda del periodo dell’anno e quindi del variare della posizione del sole sull'orizzonte, va spostandosi determinando contemporaneamente l’avvicendarsi dei mesi e delle stagioni ed i corrispondenti simboli zodiacali.
Ora scendiamo nella cripta.
Il Tesoro della Cattedrale è conservato all'interno della cripta e comprende una raccolta di opere d'arte databili tra l'età dei Normanni e l'Ottocento. Nel 1781 vennero perlustrate le tombe dei sovrani normanni e i reperti trovati andarono a formare la parte più antica della collezioni. Tra questi c'è la corona della prima moglie di Federico II di Svevia, l'imperatrice Costanza d'Aragona.
Si trovano poi un breviario miniato di metà Quattrocento, un calice, sempre quattrocentesco, con il marchio della Maestranza degli Orafi e degli Argentieri di Palermo e un reliquiario della Croce risalente al Cinquecento. Del Settecento è il reliquiario di Santa Rosalia, a forma di statua e l'ostensorio di Salvatore Mercurio. Sono poi presenti paramenti sacri riccamente decorati e suppellettili liturgiche in argento.
La cripta è coeva o di poco posteriore alla cattedrale gualteriana, quando si riorganizzarono gli spazi racchiudendo in un'unica area le torri NE e SE e le tre absidi della cattedrale normanna.
È un corpo esterno all'attuale edificio verosimilmente insistente sullo stesso perimetro della costruzione bizantina, oggi vi si accede dal lato destro della cattedrale, accanto alla Cappella di Santa Rosalia, attraverso la Sacrestia dei Canonici o Sacrestia Nuova.
È costituita da un vano rettangolare diviso in due navate separate da colonne di riporto provenienti da edifici preesistenti e volte a crociera.
Nel lato orientale sono ricavate sette absidi che avevano annicchiate agli angoli colonnine in granito, quella centrale è più profonda, dirimpetto a essa è presente lo sviluppo circolare della monumentale abside principale.
Inoltre è presente un magnifico sarcofago di fattura romana, raffigurante una coppia, marito e moglie, evidentemente una famiglia di alto rango, con un assembramento di muse e un monumentale sarcofago normanno in porfido rosso anonimo con incise sul coperchio le raffigurazioni di due draghi.
Sarcofago Romano |
Sarcofago di Federico Staufer de Antiochia. |
La nostra giornata è poi proseguita con la visita pomeridiana al Castello della Zisa!
Fonti:
- Fondazione Federico II, www.federicosecondo.org;
- R. Bonelli, C. Bozzoni, V. Franchetti Pardo, Storia dell'architettura medievale. L'occidente europeo, mar 1997, Roma-Bari, Editori Latera;
- Wikipedia, Cattedrale di Palermo, in https://goo.gl/M2H5eC;
- Giusy Vaccaro, La Palermo arabo-normanna: la Cattedrale di Palermo, in ioamolasicilia.com, 13 apr 2017, https://goo.gl/HQEY2M;
- arabonormannaunesco.it, Cattedrale di Palermo, in https://goo.gl/rKF7pH;
- Ministero per i beni e le attività culturali, Tesoro della Cattedrale di Palermo, in https://goo.gl/JW4rKH;
- Nino Badalamenti, La meridiana della Cattedrale di Palermo, in Il Blog di Nino Badalamenti, 13 Nov 2012, https://goo.gl/BQ1v34;
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