ArchiPills | Il MAXXI by Zaha Hadid, Roma
Il MAXXI, il Museo di Arte XXI secolo, realizzato dall'archistar Zaha Hadid nel 2010, con i suoi caratteristici volumi sinuosi è uno dei maggiori esempi di architettura contemporanea presenti nella nostra capitale.
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L'edificio sorge nel luogo dove prima era situata la Caserma Montello nel quartiere Flaminio, acquisita dal Ministero dei Beni Culturali nel 1997, che già nell'anno successivo bandì il concorso internazionale per la realizzazione di un museo delle arti e dell’architettura contemporanee.
Il concorso fu appunto vinto dall'architetto Hadid, non solo per la creatività del suo progetto, ma anche per la sua capacità di integrazione nel quartiere.
Nelle vicinanze troviamo il Palazzetto dello Sport di Nervi e il Foro Italico, con il quale è collegato tramite il ponte della musica; e il famoso Parco della Musica dell'architetto Renzo Piano.
Ponte della Musica |
Palazzetto dello Sport (foto da instagram) Parco della Musica (foto da instagram)
Nel piazzale d'ingresso all'intero complesso si affacciano sia il MAXXI, sia l'edificio D, parte della struttura militare recuperata e che oggi ospita un bar-ristorante e la biblioteca.
Ingresso al MAXXI |
Il piazzale d'ingresso
Tutta la struttura portante del MAXXI caratterizzata dai suoi setti curvilinei, ed il suo piazzale, sono stati costruiti con un calcestruzzo auto-compattante a vista. Mentre le strutture orizzontali sono principalmente realizzate in acciaio verniciato nero, in alcuni casi rivestite con pannelli in calcestruzzo rinforzato con fibra di vetro, come nel caso delle travi reticolari di copertura.
Pianta piano terra fonte immagine |
Pianta primo piano fonte immagine |
All'ingresso si accede tramite il prospiciente il piazzale in cemento dal quale si innalzano le sedute esterne, perfettamente integrate con il concept architettonico, e che ospita esposizioni artistiche temporanee, avente come fondale teatrale i magnifici aggetti del museo.
Le intersezioni dei volumi |
Nelle vecchie costruzioni militari, come già detto, sono stati invece collocati il ristorante, la biblioteca e il centro di documentazione e archivio dell’ architettura.
atrio di ingresso- biglietteria |
gli interni dell'edificio D (area ristorante)
gli interni del bar-bookshop
Dall'atrio d'ingresso ciò che colpirà subito la tua vista saranno, di certo, le famose rampe sospese che come grandi serpenti neri attraverso sinuosi tutta l'architettura mettendo in collegamento le varie gallerie espositive.
Le rampe, la sinuosità, l'intersezione dei volumi, sono tutti concetti molto cari e comuni dell'architettura di Zaha Hadid, e per questo sono evidenziate bene queste sue sculture architettoniche, con il colore nero e delle grandi piastre luminose (che a loro volta permettono l'illuminazione delle aree sottostanti) su uno sfondo quasi totalmente bianco o a cemento a vista.
Le rampe
Anche se un po' anacronistico rispetto alla mia visita estiva al museo, (era il 29 giugno 2018 - il mio post su instagram) ora ti porto con me fra le gallerie e l'esposizioni permanenti e temporanee che emozionalmente ho avuto la possibilità di ammirare; con l'augurio di incuriosirti e ispirare una tua futura visita in questo gioiello di architettura contemporanea della nostra capitale.
Se, invece, vuoi vedere tutte le immagini e i miei video in sequenza, clicca sul video qui giù.
Per non disorientarci, all'ingresso ci viene fornita una mappa del museo con la collocazione delle gallerie e una prima presentazione varie esposizioni.
Macchina fotografica su una mano e mappa sull'altra iniziamo la nostra visita.
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Accesso alla Gallery 1
anche gli arredi interni seguono lo stile sinuoso dei volumi |
Collezione permanente: Mario Merz, Triple Igloo.
Nella Gallery 1 - troviamo una collezione di progetti e modellini di grandi opere architettoniche ed ingegneristiche come il Ponte Sullo Stretto.
Il progetto del Ponte sullo stretto di Sergio Musmeci 1969
"Il gruppo guidato da Sergio Musmeci elabora il progetto per un ponte sospeso, a luce unica di 3.000 m con piloni alti 600 metri e un originalissimo sistema spaziale di sospensione per irrigidire la struttura sia nel piano verticale, per consentire il traffico ferroviario, e autostradale, che in quello orizzontale per resistere alle spinte del vento ed evitare eccessive deformazioni. Si tratta di una tensostruttura con due antenne in acciaio di elevate caratteristiche, che sorgono al limite tra il mare e le due sponde; le antenne sostengono il sistema dei cavi portanti che comprende un tratto di campata di 2 km e due tratti laterali di 500 m ciascuno. Accompagna il progetto del ponte lo studio urbanistico del gruppo Quaroni per la città Regione dello Stretto che prevede nuove aree per i servizi urbani, residenziali e industriali, nonchè di salvaguardia storico, artistica e paesistica."
Il progetto del ponte sullo Stretto di Giuseppe Perugini
(con V. De Benedetti, U. De Plaisant, G. Menocci)
Pier Luigi Nervi
Progetto per un ponte sullo Stretto di Messina 1969
(sezioni e pianta)
Riccardo Morandi
Progetto per un ponte sullo Stretto di Messina 1982-1983
(matita su copia eliografica)
"Il grande ingegnere romano Riccardo Morandi che nel 1954 realizza le torri di ammaraggio per l'attraversamento elettrico dello Stretto di Messina, si occuperà del ponte in qualità di esperto a partire dal 1982 quando è nominato membro del Comitato Tecnico Economico per il Giudizio di Merito sugli studi elaborati dal Gruppo Ponte di Messina con il compito di evidenziare gli approfondimenti tecnici e progettuali necessari. A un anno di distanza, nel 1983, è nominato membro della Giunta Generale di Coordinamento Tecnico della Società Stretto di Messina S.p.A., la società concessionaria di Stato per la redazione degli studi, della progettazione, costruzione ed esercizio viario dell'attraversamento dello Stretto di Messina. Negli anni Ottanta Morandi realizzerà schizzi di studio e di verifica delle possibili ipotesi progettuali."
Oscar Tusquets Blanca
Stazione Toledo . Metropolitana di Napoli Linea 1
"Il progetto della stazione, appartenente alla linea della Metropolitana di Napoli, sottolinea due temi principali: la luce ed il mare. La luce naturale, alla quale è affidato il compito di mettere in comunicazione interno ed esterno, penetra nei piani più profondi della stazione attraverso delle aperture esagonali. La discesa nel sottosuolo, di quasi 50 metri, è accompagnata e raccontata tramite i rivestimenti interni, con un sapiente uso dei colori e dei materiali. Dal nero, che allude all'asfalto della città contemporanea, con i grandi mosaici di William Kentridge, al giallo della terra e la luce del sole, interpretata con un suggestivo gioco di luci governate dal software programmato da Robert Wilson, fino al celeste della falda e all'azzurro intenso del mare, evocando un'atmosfera sottomarina in uno scenario incantevole. Durante gli scavi sono emerse numerose testimonianze del passato, alcune integrate poi nel progetto stesso, come le mura di epoca aragonese (XVI sec.)"
Boris Podrecca
Stazione San Pasquale - Metropolitana di Napoli - Linea 6
"Scopo del progetto è la realizzazione dei due mondi contrapposti di Napoli, la superficie quotidiana della città ed il sottosuolo, spazio sconosciuto prima dell'intervento. L'area di progetto, sommersa dal mare fino all'800, definisce il trema principale dell'acqua, sia nella nuova piazza che nella stazione. I passeggeri, scendono nel sottosuolo, si immergono in un mondo subacqueo, dove i pannelli modulari con oromie azzurre rivestono le pareti laterali, opera dell'artista viennese Peter Kogler. All'interno di questo spazio viene inserito un grande guscio metallico completamente svincolato dalla struttura perimetrale, contenente gli impianti di stazione. La piazza evoca la memoria della spiaggia, plasmando in un modo diverso le superfici in base all'avanzamento ed il ritiro dell'acqua disegnando delle onde interrotte da "atolli" di verde confinati da sedute di acciaio corten, progettati con la collaborazione del paesaggista Andreas Kipar."
Benedetta Miralles Tagliabue
Stazione Centro Direzionale - Metropolitana di Napoli - Linea 1
"Il progetto si inserisce all'interno di un complesso progetto da Kenzo Tange negli anni '70, caratterizzato da grattacieli e piattaforme di collegamento pedonali, in contrasto con le zone confinanti della città. Scopo dell'intervento è quello di migliorare l'accesso e l'aspetto del trasporto pubblico, rendendolo più a misura d'uomo. Il grande tetto della stazione ha una duplice funzione: la prima è legata all'utilizzo dello spazio pubblico creando zone ombreggiate dove soffermarsi, la seconda legata alla permeabilità della luce naturale all'interno della stazione stessa. Ciò rende la nuova infrastruttura un ibrido tra interno ed esterno. Altro elemento importante sono le aree destinate a verde, che si concretizzano in un sistema continuo che accompagna i fruitori all'interno del sottosuolo."Sala 9 esposizione temporanea Tel Aviv the White Ciy
Alla sala si accede tramite una particolare divisione, la curvilinea e bianca scrivania, che divide la prima galleria di foto dall'esposizione centrale.
La particolarità di questa esposizione, oltre ad esporre le foto e i modellini delle architetture bianche e "moderne" che hanno caratterizzato l'espansione della città, è che tutto il pavimento della sala, è stata riprodotta fedelmente l'ortofotogrammetria della città fino al mare, così da permettere a tutti i visitatori di sentirsi dei nuovi Gulliver al centro di Tel Aviv.
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Sala 14 esposizione temporanea Nico Vascellari. "Revenge"
Gallery 2 - Gli architetti di Zevi. Storia e contro storia dell'architettura italiana 1944 - 2000
(forse la galleria che per ovvie ragioni mi è rimasta più nel cuore)
La luce, come ben si sa, nei musei e in generale nei luoghi espositivi, gioca un ruolo importante in quanto non deve essere troppo forte e invadente, non deve essere troppo artificiale per non modificare le cromie delle opere esposte.
Qui i lucernari, da elemento tecnologico diventano parte importante per l’architettura sia all'interno dove è tuttavia meno percepibile, che all'esterno: indispensabili per garantire un ingresso zenitale della luce naturale, necessario per la funzione museale, sono realizzati in cemento fibrorinforzato e sorretti da alte e sottili costolature in cemento che seguono, accentuandone l’andamento, le sinuose linee delle gallerie e dell’edificio. Integrato ai lucernari e insieme agli impianti che corrono nello spessore delle costolature, un sistema di frangisole premette di tenere sotto controllo l’ingresso della luce.
Il grande aggetto che caratterizza la facciata principale del MAXXI con la pavimentazione livemente inclinata.
Pier Luigi Nervi
La Certiera Burgo (MN)
"Appunti sulla struttura di sostegno della copertura metallica nel fabbricato principale"
Riccardo Morandi
Salone sotterraneo dell'automobile Torino 1958-59
Padiglione italiano Expo Montréal '67
Renzo Piano
Risistemazione del Porto Antico Genova 1992
Vista dal primo piano verso il piazzale esterno
Le intersezione dei volumi visibili dai grandi finestroni del primo piano
Rampa della Gallery 3
Particolare dell'illuminazione a lama lungo tutto il corrimano
Nella Gallery 3 era presente l'esposizione temporanea African Metropolis. Una città immaginaria, che mi ha colpita molto non solo per gli oggetti esposti ma anche perchè il visitatore si trovava coinvolto con tutti i sensi all'intrno dell'atmosfera africana. Un effetto sonoro di sottogfondo riportava rumore e voci tipiche dei mercati africani, ed a volte era possibile anche percepire gli odori di particolari spezie del grande continente.
El Anatsui, Anyako (Ghana) 1944
Stressed World 2011
scultura a filo di alluminio e rame riciclato
"L'opera, caratterizzata da chiare allusioni politiche, è il risultato dell'interesse nutrito negli ultimi tempo da El Anatsui per i materiali ordinari. Basandosi sulla convinzione per cui l'ambiente è uno dei luoghi più ricci in cui vivere, l'opera, delicata e monumentale al tempo stesso, ricorda sia una paesaggio che la mappa del mondo. Stabilendo un rapporto dialettico tra queste forze opposte, l'artista ci invita a farci carico delle conseguenze della distribuzione ecologica e culturale in atto."
Lavar Munroe, Nassau (Bahamas) 1982
Gun Dogs 2017
(1. Attacked on the master'command, 2. Fuckin flea bag, 3. Midnight predator)
tecnica mista: cartone, spugna, corda, tessuto, vernice di lattice, schiuma,
vernice spray, perline e plastica.
"le tre opere appartengono alla serie Gun Dogs, espressione che indica i cani da guardia e un'importante street gang che operava, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, nei quartieri di Bain Town e Grans Twon di Nassau, la capitale delle Bahamas. Noti per piccoli crimini e per le grida simili a latrati, i membri della gang usava il cane come simbolo: era la metafora dell'uomo e comunicava desiderio di predominio. Con quest'opera Munroe intende mettere in discussione l'espressione "To prortect and to save" ("proteggere e salvare") usata da numerosi dipartimenti di polizia americani per definire che detiene l'autorità."
Vista sulla Gallery 1 |
Le straordinarie rampe presenti a questo livello ci permettono di arrivare al piano secondo.
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Foyer Carlo Scarpa |
Salendo le ultime rampe arriviamo all'ultima galleria la Gallery 5
con l'esposizione temporanea Road to Justice
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Da questa galleria è possbile accede ad una sala riservata dove veniva proiettato un video dal volume molto alto.
La Hadid ha dichiarato come il suo approccio all'architettura in calcestruzzo sia stato influenzato dal lavoro di Pier Luigi Nervi, che come noto è uno degli autori del Palazzetto dello Sport nelle vicinanze del MAXXI: “Ha sempre avuto una profonda influenza sul mio lavoro […] L’approccio sperimentale di Nervi ha portato a soluzioni rivoluzionarie, specialmente riguardo i materiali e le tecniche costruttive” (dal catalogo della mostra “Pier Luigi Nervi”, Maxxi, Roma, 2011)
Studio di progettazione: http://www.zaha-hadid.com/architecture/maxxi/
Vista dall'edificio D |
Studio di progettazione: http://www.zaha-hadid.com/architecture/maxxi/
Fonti:
- Laura Milan, Architetto.info, 28 set 2016, Perché il Maxxi Roma è una delle opere fondamentali di Zaha Hadid,https://goo.gl/NhjMd7
- Federica Lusiardi, inexhibit, 28 giugno 2018, Zaha Hadid – Il museo MAXXI di Roma, https://goo.gl/YBxv1k
Il mio souvenir speciale, non poteva che
essere un taccuino per gli schizzi!
Grazie per aver letto il mio post!!!
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