Per molti anni fu anche conosciuta con i nomi dei proprietari Reiner-Burchill Residence, che parteciparono attivamente alla realizzazione del loro casa da sogno, contribuendo al progetto con la propria capacità inventiva e sapienza tecnologica , creando oggetti futuristici, sistemi elettrici ed idraulici talmente avanzati da evocare la "fantascienza" dei film di James Bond.
Tra questi, ad esempio, il tavolo da pranzo che si abbassava grazie a un piedistallo idraulico per diventare un piano da cocktail, lucernari che si aprono sul cielo stellato ed un sistema di riscaldamento e raffrescamento nascosti, invisibile e silenzioso.
Altre innovazioni architettoniche includevano il tetto in cemento precompresso, esteso per 80 piedi, ad imitare i volumi della collina sulla quale si innalza la casa; un vialetto a sbalzo; una piscina a sfioro, porte a vetro meccanica per il soggiorno, progettata su misura; e poi ancora persiane in legno automatizzate e tende pieghevoli.
Fu uno dei primo grandi usi di Lautner del calcestruzzo monolitico come componente scultorea e architettonica, seguendo i nuovi dettami del pensiero del movimento moderno della metà del secolo. Costruì qui la prima infinity pool mai completata, pareti curve di vetro che potessero aprirsi completamente sui numerosi terrazzi e giardini.
Controsoffitti in sughero per occultare sistemi meccanici o elettrici, pareti interne mobili per rendere più efficienti funzioni come il passavivande dalla cucina alla sala da pranzo, e un 'driveway' di accesso alla casa a sbalzo.
Reiner mise talmente tante risorse nella realizzazione di questo progetto dalla lunga durata di costruzione, da finire sul lastrico. Fu costretto a vendere la casa persino prima che fosse terminata. Fu acquistata dai coniugi Burchill, che apportarono diverse modifiche alla visione originale del primo proprietario e dello stesso progettista.
Quarant'anni dopo viene rimessa sul mercato, scatenando un'agguerritissima battaglia fra i diversi pretendenti; finendo poi con l'aggiudicazione da parte del music executive Luke Wood, che assunse per la ristrutturazione la sopracitata Barbara Bestor.
"La sfida principale era quella di portare con tatto il XXI secolo dentro questa incredibile struttura, e anche di renderla un'abitazione più calda per la vita familiare", racconta Bestor al termine dell'intenso lavoro durato tre anni.
A Bestor toccò quindi il compito di trasformare questo progetto ingegneristico di casa per il futuro, in funzionalità contemporanea.
"Si trattava di rispettare la visione di Lautner, realizzando discretamente cose che all'epoca non erano ancora possibili, di sostituire sistemi datati, di applicare all'atmosfera da 007 un substrato alla Steve Jobs. In altri casi, come per la cucina era necessario un intervento più incisivo. La via sembrava quella di non appiattirsi sull'originale, bensì di seguire la connessione naturale con l'estetica della scuola di Frank Lloyd Wright o di Alvar Aalto, utilizzando il primo personale linguaggio organico".
I discreti e dosati interventi di Bestor, furono quindi i pannelli di cipresso verticalmente orientati della cucina, il bagno 'open air', la camera da letto con pannelli di vetro retrattili, l'allargamento del terrazzo del soggiorno, da cui si gode la vista a 180 gradi del lago artificiale e dello skyline di Downtown.
Inoltre gli elementi meccanici personalizzati sono stati rimodellati e digitalizzati, i sistemi di illuminazione sono stati migliorati e soddisfano gli standard di efficienza contemporanei e il sistema di riscaldamento e raffreddamento a pavimento è stato modernizzato.
E infine, la realizzazione della costruzione del "Nido del Falco" progettato da Lutner: una torretta d'avvistamento , con la scala a pioli.
Sito ufficiale:
John Lautner
Studio di progettazione:
http://bestorarchitecture.com/silvertop/
Fonti:
Elledecor.com, Gloria Mattioni, 23 Mag 2018,
2018: Odissea a Los Angeles, https://goo.gl/Neb54T
Wsj.com, Christina Binkley, 15 Gen 2018,
Inside Beats President Luke Wood’s John Lautner-Designed L.A. Home, https://goo.gl/CUUph9
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