Le mille e una Calabria| Il Borgo di Fiumefreddo Bruzio
Nei tour alla scoperta delle grandi meraviglie della mia terra calabra, quest'estate ho visitato Fiumefreddo Bruzio; uno dei fantastici paesi storici della provincia cosentina, che dal 2005 è entrato a far parte del club dei borghi più belli d’Italia.
Breve excursus storico:
- IX-X sec., i Saraceni devastano quella che era probabilmente una colonia romana (tracce archeologiche sulla collina detta Cutura). Il luogo è nel dominio dei Longobardi (prima di Benevento, poi di Salerno) e confina a sud con le terre in potere dei Bizantini. Il nucleo abitato si ricostituisce intorno al Mille.
- 1054, i Normanni occupano la regione e il loro condottiero Roberto il Guiscardo costruisce una torre di difesa a Fiumefreddo, in virtù dei suoi strapiombi naturali.
- 1201, Simone de Mamistra, governatore della Calabria e barone in epoca sveva, trasforma la torre normanna in castello fortificato e dona il cenobio basiliano di Valle Cent’Acque a Gioacchino da Fiore, monaco ed esegeta, fondatore dell’Ordine detto florense.
- XIII-XV sec., il feudo di Fiumefreddo passa di barone in barone, prima sotto gli Angioini e poi sotto gli Aragonesi.
-1528, l’imperatore Carlo V assegna la baronia al capitano Pietro Gonzales de Mendoza, per le vittorie riportate in Calabria contro l’esercito francese. Sposando l’unica figlia di Fernando de Alarcon, uno dei più celebri generali spagnoli nelle guerre d’Italia, il capitano de Mendoza si lega a un potente casato.
A lui si devono la ricostruzione del castello e il consolidamento delle mura di cinta.
- 1638, un catastrofico terremoto colpisce il borgo.
- 1807, il presidio borbonico rintanato nel castello, è costretto alla resa dalle truppe napoleoniche. L’anno dopo l’ultima erede degli Alarcon y de Mendoza, Beatrice, vende i beni di Fiumefreddo, compreso il castello diroccato dall’artiglieria francese.
Arroccato su promontorio roccioso, Fiumefreddo si affacciato sul Mar Tirreno, su di una propaggine di quel Monte Cucuzzo che della catena costiera dell’Appennino Paolano è la vetta più alta.
Il borgo dall'impronta fortemente architettonica, si caratterizza per la mescolanza di stili che trovano sfogo nei grandi palazzi di nobili famiglie e nelle numerose chiese dal gusto barocco.
La sua è una conformazione morfologica molto particolare che, dal mare, sale sino a sfiorare i 1500 metri. Il suo nome deriva dal Flumen Frigidum, il fiume d’acqua potabile che sgorga dalla roccia a pochi chilometri dal mare.
Vi si accede tramite la porta merlata che si apre su Piazza del Popolo, che lascia intravvedere i vicoli ciottolati in pietra viva, segnati da tre monumenti.
Breve excursus storico:
- IX-X sec., i Saraceni devastano quella che era probabilmente una colonia romana (tracce archeologiche sulla collina detta Cutura). Il luogo è nel dominio dei Longobardi (prima di Benevento, poi di Salerno) e confina a sud con le terre in potere dei Bizantini. Il nucleo abitato si ricostituisce intorno al Mille.
- 1054, i Normanni occupano la regione e il loro condottiero Roberto il Guiscardo costruisce una torre di difesa a Fiumefreddo, in virtù dei suoi strapiombi naturali.
- 1201, Simone de Mamistra, governatore della Calabria e barone in epoca sveva, trasforma la torre normanna in castello fortificato e dona il cenobio basiliano di Valle Cent’Acque a Gioacchino da Fiore, monaco ed esegeta, fondatore dell’Ordine detto florense.
- XIII-XV sec., il feudo di Fiumefreddo passa di barone in barone, prima sotto gli Angioini e poi sotto gli Aragonesi.
-1528, l’imperatore Carlo V assegna la baronia al capitano Pietro Gonzales de Mendoza, per le vittorie riportate in Calabria contro l’esercito francese. Sposando l’unica figlia di Fernando de Alarcon, uno dei più celebri generali spagnoli nelle guerre d’Italia, il capitano de Mendoza si lega a un potente casato.
A lui si devono la ricostruzione del castello e il consolidamento delle mura di cinta.
- 1638, un catastrofico terremoto colpisce il borgo.
- 1807, il presidio borbonico rintanato nel castello, è costretto alla resa dalle truppe napoleoniche. L’anno dopo l’ultima erede degli Alarcon y de Mendoza, Beatrice, vende i beni di Fiumefreddo, compreso il castello diroccato dall’artiglieria francese.
Cosa c'è da vedere oggi?
Bè sicuramente le vicissitudine storiche hanno lasciato delle profonde radici in questo piccolo borgo, che personalmente ti consiglio di visitare, anche solo in un giorno, d'estate quando, l'effetto WOW delle sue terrazze a mare danno il meglio di sè nei tramonti a mare.
La ricostruzione dovuta a seguito del terremoto del 1638, è evidente nelle numerose chiese dallo stile barocco e Palazzi storici, (molti dei quali presentano ancora oggi gli stemmi di famiglia sui portoni riccamente decorati) che si aprono nelle piccole viuzze medievali.
Passeggiare per queste vie ha un fascino tutto particolare: sembra che il tempo si sia fermato agli anni splendidi delle dominazioni borboniche meridionali, e il silenzio e l'atmosfera paesaggistica, conferisce al tutto quel di più che ti farà sembrare di essere entrato in un film storico a tua insaputa.
Come ti dicevo, le terrazze affacciate sul mare ti lasceranno letteralmente a bocca aperta!
Sì, ti sto parlando di più di una "terrazza paesaggistica", perché nel girovagare nelle piccole viuzze ti ritroverai più volte ad ammirare gli effetti scenografici che la particolare conformazione di questo borgo ha messo a disposizione della natura e del suo territorio.
Infatti, primo o dopo, si aprirà di fronte a te, con l'effetto scenico tipico dell'e trasformazioni urbanistiche barocche, Largo Rupe.
L'opera originale si componeva come una moneta a due facce, raffigurante su un lato la Dea Bendata a cavallo di una cornucopia, col Castello della Valle sullo sfondo, e sull'altro il testo di una poesia che recitava: "Tutte sono augurabili le fortune, ma ve n'è una più grande, amico, ed è quella che si innamori di te la donna che ami", a ribadire l'attenzione dell'artista sulla centralità della figura femminile.
Inizialmente concepita con scopi di avvistamento e difesa dagli attacchi pirateschi, nel 1996 l'artista Salvatore Fiume, trasforma la piazza in chiave moderna, donando alla cittadinanza l'opera "La ruota della fortuna", che viene collocata proprio in questo spiazzo.
L'opera originale si componeva come una moneta a due facce, raffigurante su un lato la Dea Bendata a cavallo di una cornucopia, col Castello della Valle sullo sfondo, e sull'altro il testo di una poesia che recitava: "Tutte sono augurabili le fortune, ma ve n'è una più grande, amico, ed è quella che si innamori di te la donna che ami", a ribadire l'attenzione dell'artista sulla centralità della figura femminile.
Un'altra terrazza-piazza mozzafiato è Largo Torretta!
Largo Torretta ha un affaccio a 360° e si distingue dagli altri punti di vedetta anche per la presenza dei cosiddetti "distrattori", elementi architettonici in posizione strategica sul parapetto il cui profilo, in lontananza, può essere facilmente scambiato per una sagoma umana, ovvero una sentinella.
Sulla piazza affacciano l'attuale Palazzo del Municipio (ex Convento dei Minimi) e la Torretta con l'orologio da cui lo spazio stesso prende il nome. Anche qui è possibile ammirare un'opera dell'artista Salvatore Fiume, "La ragazza del surf", una fontana monumentale che vuole essere l'ennesimo omaggio alla donna, nei cui tratti somatici indefiniti ciascuna può identificarsi, oltre che un omaggio al mare che fa da sfondo.
fonte immagine |
E dulcis in fundo, non puoi andar via da Fiumefreddo Bruzio, senza aver visitato il Castello della Valle!
Situato a picco su di uno sperone roccioso, sul versante sud-est del centro storico, il denominato Castello del borgo di Fiumefreddo fu eretto nel 1190 da Simone de Mamistra, su di un'area impervia ed inespugnabile, partendo da una preesistente torre normanna-longobarda.
A partire dal 1279 fu di proprietà di Giovanni Alliatta, dal 1291 di Guglielmo Sclavello e dal 1337 di Pietro Salvacossa conte di Belmonte. Dal 1405 fu di Pier Paolo da Viterbo, maresciallo del regno, e dal 1443 di Battista Caracciolo conte di Gerace.
Nel 1457 Ferdinando d'Aragona duca di Calabria, concesse il feudo di Fiumefreddo a Luca Sanseveriono e con esso il Castello.
Nel 1535 Carlo V diede il fuedo a Ferdinando De Alarcon, vicerè di Calabria e marchese della Valle, e da questi il castello prese la denominazione Castello della Valle.
Il Castello venne rimaneggiato e abbellito nel 1536, secondo i canoni estetici dell'epoca; inoltre, furono costruite le mura di cinta del borgo e due torri denominate Golette.
Fu utilizzato come residenza fino al 12 febbraio 1807, quando fu bombardato e distrutto dalle truppe francesi del colonnello Berthelot, durante la rivoluzione napoletana anti francese, poichè al suo interno si erano rifugiati degli insorti.
Grazie per aver letto il mio post!
Conoscevi già Fiumefreddo?
Spero di averti messo un po' di curiosità e magari averti fatto venir voglia di visitare questo bellissimo borgo calabrese.
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Photo Credit @arch_flora_giancotti
Fonti:
- Luigina La Rizza, Cosa vedere a Fiumefreddo Bruzio: uno dei miei borghi del cuore, http://bit.ly/2uPwcj7;
- borghipiubelliditalia.it, Fiufreddo Bruzio Rovina e rinascita, http://bit.ly/3bK7cdR;
- Viaggiart.com, Largo Rupe, http://bit.ly/2UX9LTC;
- Viaggiart.com, Largo Torretta, http://bit.ly/2SIyCb2;
- Calabriaportal.com, Castello della Valle a Fiumefreddo Bruzio, http://bit.ly/2Sywioi
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