Architectural_Graphic| Le Reali Ferriere Borboniche di Mongiana
Non potevo non ritornare da questa assenza forzata di quasi due settimane, se non con una delle tappe più belle delle nostre giornate FAI di Autunno. Ed è così che ho voluto dedicare il tema graphic di questa settimana alle Reali Ferriere di Mongiana.
Per chi mi conosce personalmente, sa quanto io e la mia famiglia siamo legati a questo luogo e alla sua storia. Con il cuore volto sulla Reggia di Ferdiandea e una sua rinascita, quest'evento non poteva non vedermi in prima linea fra i volontari del FAI.
Le Reali Ferrerie Borboniche, furono silenziose testimonianze del trascorso industriale calabrese legato allo sfruttamento minerario: tra cui le miniere di Pazzano, Bivongi e Stilo; e alla siderurgia: tra cui le ferriere di Mongiana e Stilo. Fino all'unità d'Italia, nei comuni di Bivongi, Pazzano, Stilo, Fabrizia, Mongiana, Guardavalle e altri. Questo luogo magico narra la storia sconosciuta di una realtà industriale e laboriosa che ha visto protagonista Mongiana nel corso del 1800. Qui si producevano le armi dell'esercito francese prima e borbonico poi. In questo luogo sono stati realizzati anche i binari della prima linea ferroviaria "Napoli - Portici".
Le immagini che vedi in questo post, fanno riferimento alla Fonderia, ovvero l'area archeologica dove oggi si possono ammirare i monumentali ruderi dell'area degli altoforni.
L’ingresso al complesso è segnato da questo monumentale portale che, originariamente, ne consentiva l’accesso. Si tratta di un arco realizzato con laterizi, che si presuppone fabbricati e provenienti da fornaci della contigua Serra S.Bruno, oppure da altre ubicate in qualche centro lungo la costa ionica. Al lato di questo arco si stagliano due lesene, all'interno delle quali si inseriscono ancora due nicchie di dimensioni diverse. Il portale è quanto rimane dell’ opera dell’architetto Mario Gioffredo.
L’ingresso, unico per tutta l’area della fonderia, ubicato a valle di tutto il complesso dello stabilimento, è stato realizzato in tal modo, per tenere sotto controllo gli ingressi e le uscite, e verificare eventuali sottrazioni di materiale ferroso che poteva essere contrabbandato.
La ferriera Robinson era una fabbrica per realizzare ferri e lamine a cilindri. Prende il nome da un ufficiale della marina Reale, William Robinson. In origine era denominata Real Principe. L’ingegner Savino, il progettista di quest'opera, aveva qui installato, nella Robinson, un laminatoio, che era stato acquistato in Inghilterra, ma aveva dovuto modificarlo per renderlo funzionale ed adatto alle esigenze della ferriera di Mongiana.
Ancora il Savino aveva fatto costruire dei forni a riverbero, con l’aggiunta di un fornello supplementare che conduceva lateralmente le fiamme in eccedenza, dove il calore era utilizzato per preriscaldare la ghisa. Questa, che era la più grande ferriera del polo siderurgico di Mongiana, venne danneggiata irrimediabilmente ed inghiottita dalla piena del fiume Allaro, il 13 novembre 1855.
La sua distruzione provocò un serio rallentamento alle produzioni, e causò la morte di 7 operai. I suoi resti, caratterizzati da murature realizzate in granito locale e pietrame, risultano essere doppiamente preziosi e significativi. Infatti, se da un lato ci restituiscono fisicamente l’opificio, i luoghi del lavoro, dall’altro mettono in risalto le grandi competenze tecniche dei progettisti e dei mastri muratori che avevano costruito con sapienza questi fabbricati. Ciò che oggi è visibile è riconducibile alla ricostruzione avvenuta in seguito all’evento alluvionale del 1855, che costò 70 mila ducati.
Parte del testo di questo post, è stato estrapolato dagli scritti che puoi trovare presso il museo interattivo del MuFar - Museo Fabbrica d'Armi Reali Ferriere Borboniche di Mongiana.
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