ArchiPills| Villa La Saracena by Luigi Moretti
Fonte immagine |
Commissionata a Luigi Moretti da Francesco Malgieri, giornalista del Corriere della Sera, per la figlia Luciana Pignatelli, Villa Saracena venne completata nel 1957. Costruita a S. Marinella, sul litorale laziale, a due passi da Roma, in quella che negli anni '50 si sta imponendo come la meta estiva prediletta dei VIP romani.
È il 1955 quando Moretti, già artefice di opere importanti come la Casa delle Armi al Foro Italico, il complesso del Watergate a Washington e la Torre della Borsa di Montréal, viene chiamato ad interpretare a modo suo l’idea di casa monofamiliare per le vacanze.
L'idea iniziale di Moretti prevede la realizzazione di un "trittico incompiuto di Santa Marinella", ovvero la realizzazione di altre due ville sorelle - le ville Califfa e Moresca - andando così a creare un complesso residenziale composto da tre edifici indipendenti, ma strettamente connessi, accomunati da rimandi formali.
Il cemento armato, elemento principe del Movimento Moderno del dopoguerra, è senz'altro il fulcro creativo della villa; è grazie a lui e ai progressi tecnici, che l'architetto può sperimentale le cosiddette "forme e piante libere", liberarsi dal vincolo della tamponatura e giocare con arditi e inusuali volumi, vertiginosi sbalzi e geometrie sorprendenti.
fonte immagine |
fonte immagine |
Fonti immagini: n. 1 n.2 e 3 |
fonte immagine |
Altro elemento distintivo è poi la ricca texture dei muri, rifiniti con una complessa tecnica di sbruffatura, realizzata con una miscela di polvere di marmo, cemento bianco e grassello, applicata con scopa di saggina dalla mano di un unico artigiano. Un processo che ricorda quello dell’affresco. Come scriveva l’architetto romano, l’effetto contribuiva a creare un’architettura ‘emotiva’, attraverso un’astrazione della facciata che dissociava la struttura reale da quella ‘ideale’:
“Tutta la casa è come immersa in un’atmosfera di sogno. La superficie di tutte le sue pareti è scabra come incastrata da secoli in un mare strano e luminoso. [...] Nella Casa di Santa Marinella si leggono direttamente le qualità emotive delle murature come tali, cioè come peso, come disegno rastremato col diminuire dei carichi, come forza di sostegno e di spartizione degli spazi.”
L’impianto dell’edificio trae spunto dall'irregolarità del lotto e dalla variazione di asse dei 2 fronti opposti, quello verso la città e quello verso il mare, snodandosi lungo il percorso che li collega.
La soluzione architettonica che ne nasce permette una perfetta integrazione fra fabbricato e spazi esterni.
fonte immagine |
La Villa, infatti potrebbe essere divisa in due realtà prospetti differenti.
Verso terra, dove a caratterizzarla troviamo la “torre” della scala con finestre a “feritoie”; l’ingresso, protetto dalla pensilina circolare in aggetto, cui si accede dal giardino tramite uno stretto passaggio tagliato nel muro curvo di recinzione.
Verso il mare, invece, la torre si apre attraverso le grandi finestre delle camere da letto e il lungo salone “promenade”, terminando con una pensilina che ricorda le alberature di una barca a vela e che invita alla vista dell’orizzonte tra cielo e mare.
L’articolazione planimetrica, che riconduce l’edificio alla tipologia della villa a corte aperta, offre una specifica versione progettuale per ogni funzione, che trova riscontro anche in elevazione, dove la continuità volumetrica viene negata e ogni parte ha una sua particolare definizione, rispondendo alla necessità di fare un ordine formale e autonomo ad ogni singola funzione o elemento, sia all'interno che all'esterno.
Alla dicotomia di fondo che caratterizza la villa progettata da Luigi Moretti a Santa Marinella non possono sottrarsi i giardini: uno più grande, che costeggia la promenade, l’altro più intimo e raccolto, invisibile dalla strada, pensato per il piacere esclusivo degli abitanti.
La villa è stata sottoposta a vincolo monumentale nel 2010 dal Ministero dei Beni Culturali e, dopo anni di progressivo degrado, nel 2017 sono iniziati i lavori di restauro affidati all’architetto Paolo Verdeschi e ai suoi collaboratori, gli architetti Flavio Fiorucci, Giulia Seppiacci e Giulio Valerio Mancini.
Oggi le porte della villa sono aperte per gli amanti dell’architettura, ma anche per ospitare feste, cerimonie ed eventi.
Fonti:
- Reichlin, Bruno, Letizia Tedeschi, Luigi Moretti. Razionalismo e trasgressività tra barocco e informale, Electa, 2010.
- Elisa Zagaria, La Saracena, il capolavoro di Moretti nella meta preferita dal jet set capitolino anni '50, in ElleDecor, Giu 2019, https://bit.ly/35ce96k;
- retedimorestorichelazio.it, Villa La Saracena, https://bit.ly/2GBDvAw;
- Archidiap, Villa La Saracena, https://bit.ly/332j1Zb;- Marianna Guerrieri, Dal degrado al restauro: la rinascita della Villa Saracena di Luigi Moretti, in Domus, 21 Ott 2019, https://bit.ly/2F8UmKe
Conoscevi già il Villa Saracena? Cosa ne pensi? Ti piace?
Fammelo sapere con una reazione qui sotto e/o con un commento.
Clicca qui per altre ArchiPills o Dream House.
Ti ricordo che trovi tutti i miei aggiornamenti sui post pubblicati sulla mia pagina Instagram
Ti ricordo che trovi tutti i miei aggiornamenti sui post pubblicati sulla mia pagina Instagram
Potrebbe interessarti:
Commenti
Posta un commento