Viaggi d'Arte| L'Abbazia di San Galgano e la Spada nella Roccia
Lo so, lo so, che in questi tempi di zone rosse e quarantene, non ci è permesso più di spostarci dal un comune all’altro, figuriamoci fra regioni… E allora, sfruttiamo un po’ la tecnologia per svuotare la testa e “prendere una boccata d’aria” passeggiando per la nostra bella Italia.
Oggi, ci troviamo in particolare in Toscana, siamo a circa 30 Km da Siena e stiamo per visitare uno dei posti, a mio parere, più suggestivi che c'è in questa regione, l'Abbazia di San Galgano.
fonte immagine |
L'Abbazia è immersa nelle verdi campagne toscane ed ha un fascino particolare priva com'è del tetto e per la posizione isolata al centro di una piana.
Ma chi era San Galgano?
Di san Galgano, a cui è stato titolare il luogo e che si festeggia il 3 dicembre, si sa che morì nel 1181 e che, convertitosi dopo una giovinezza disordinata, si ritirò a vita eremitica per darsi alla penitenza, con la stessa intensità con cui si era prima dato alla dissolutezza.
fonte immagine |
Il momento culminante della conversione avvenne nel giorno di Natale del 1180, quando Galgano, giunto sul colle di Montesiepi, infisse nel terreno la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce e stabilire il definitivo abbandono alle armi e alla violenza (la spada è ancora oggi conservata nella “Rotonda”, o Eremo di San Galgano).
Eremo di San Galgano fonte immagine |
La spada che ammiriamo oggi sembra davvero una spada medievale del XII sec., e pensate che è stata anche analizzata chimicamente per stabilirne l'epoca e si tratta effettivamente di un metallo medievale.
Tra storia mito e leggenda la storia di San Galgano ricorda moltissimo quella di re Artù, il ché non ha mancato di sollevare curiosità e, ovviamente, qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della Tavola Rotonda e la storia del santo chiusdinese.
fonte immagine |
Chi sono i “monaci cistercensi”?
L'Ordine cistercense (in latino Ordo cisterciensis) è un ordine monastico di diritto pontificio. Ebbe origine dall'abbazia di Cîteaux (in latino Cistercium), in Borgogna, fondata da Roberto di Molesme nel 1098. Sorse all'interno della congregazione cluniacense, dal desiderio di maggiore austerità di alcuni monaci e da quello di ritornare alla stretta osservanza della regola di san Benedetto e al lavoro manuale.
Monaci cistercensi al lavoro nei campi (dalle scene della vita di san Bernardo) |
L'ordine è organizzato in monasteri autonomi riuniti in congregazioni monastiche, ciascuna delle quali dotata di costituzioni proprie, ed è retto da un abate generale residente a Roma.
Perché fondano l’Abbazia?
Fu volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladini che nel luogo della morte di san Galgano fu edificata una prima cappella terminata intorno al 1185. Ma fu il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, a promuovere invece la costruzione di un vero e proprio monastero.
Negli ultimi anni della sua vita Galgano era entrato in contatto con i Cistercensi e per questo furono proprio loro a essere chiamati a fondare la prima comunità di monaci (che risulta già attiva nel 1201; a quel tempo presso la chiesa di Montesiepi).
Sotto l'impulso di questo primitivo nucleo monastico, ai quali si erano uniti molti nobili senesi e alcuni monaci provenienti direttamente dall'abbazia di Clairvaux nel 1218 si iniziarono i lavori di costruzione dell'abbazia nella sottostante piana della Merse.
fonte immagine |
La costruzione dell'Abbazia prese il via nel 1218, i principi cistercensi prevedevano che l'esecuzione fosse interamente curata dai monaci, senza la presenza di architetti esterni.
Fu così un religioso a prendere la guida dei lavori che andarono avanti per molti anni, in quanto la consacrazione del luogo risale solo al 1288, mentre la conclusione dei lavori addirittura al secolo seguente.
Il patrimonio Artistico-Architettonico
La chiesa rispetta perfettamente i canoni della abbazie cistercensi; tali canoni erano stabiliti dalla regola di San Bernardo e prevedevano norme precise per quanto riguarda la localizzazione, lo sviluppo planimetrico e lo schema distributivo degli edifici.
fonte immagine |
La abbazie dovevano sorgere lungo le più importanti vie di comunicazione (in questo caso la via Maremmana) per render più agevoli le comunicazioni con la casa madre; inoltre in genere erano poste vicino a fiumi (Merse) per poterne sfruttare la forza idraulica; e infine in luoghi boscosi o paludosi per poterli bonificare e poi sfruttarne il terreno per coltivazioni.
fonte immagine |
Dal punto di vista architettonico gli edifici dovevano essere caratterizzati di una notevole sobrietà formale. La chiesa è perfettamente orientata secondo questi precisi canoni, ovvero ha l'abside volta a est, e ha una facciata a doppio spiovente che dall'esterno fa capire la divisione spaziale interna, in questo caso a tre navate.
fonte immagine |
Nella parte inferiore della facciata vi sono quattro semicolonne addossate a lesene che avevano il compito di sostenere un portico, peraltro mai realizzato…
fonte immagine |
Le fiancate laterali permettono una completa lettura delle caratteristiche più importanti dell'edificio. Nella parte inferiore, per tutta l'altezza delle navate laterali, vi sono aperture realizzate con monofore strombate con arco a tutto sesto mentre nella parte superiore, corrispondenti alle pareti della navata centrale, sono presenti delle grandi bifore, tranne che nelle due ultime campate vicino al transetto, dove le bifore sono sostituite da monofore ad arco a tutto sesto sovrastate da un oculo; tutte le colonnette di divisione delle bifore sono andate perdute, con l'eccezione di una finestra posta sul fianco destro.
fonte immagine |
Massima opera architettonica è l'abside, la prima parte della chiesa che vedeva chi arrivava dalla via Maremmana. Si presenta racchiusa tra due contrafforti e mostra due ordini di aperture di tre monofore ad arco a sesto acuto; in alto è conclusa da un grande oculo sopra il quale ve ne è uno più piccolo; entrambe le cornici di questi oculi sono riccamente decorate. Lo stesso motivo della monofora sovrastata da un oculo si ritrova nel prospetto laterale del transetto; due di questi oculi, uno visibile dalla parte posteriore e uno dalla fiancata destra, mostrano ancora la decorazione originale.
fonte immagine |
Sulla fiancata destra si sviluppava il chiostro, attorno al quale ruotava tutta la vita dell'abbazia. Il chiostro risultava completamente distrutto già nel XVIII secolo, ma durante i restauri degli anni venti si decise di ricostruirne, con i materiali originari, almeno una piccola parte, composta da arcate con colonne binate che permettono di intuire la notevole bellezza originaria. Nella fiancata destra si possono ancora notare le mensole su cui si appoggiava la struttura portante del portico.
fonte immagine |
fonte immagine |
L'interno della chiesa si presenta privo della copertura e del pavimento, sostituito da terra battuta che in primavera si trasforma in un manto erboso.
fonte immagine |
La chiesa ha una pianta a croce latina di 69 metri di lunghezza per 21 di larghezza ed è conclusa con un ampio transetto. Lo spazio interno è diviso longitudinalmente in tre navate di 16 campate di pilastri cruciformi.
Il transetto è suddiviso in tre navate, con quella orientale trasformata in quattro cappelle rettangolari poste due a due laterali a quella maggiore, la quale presenta una semplice abside rettangolare.
fonte immagine |
Sia le cappelle sia le campate minori del transetto mostrano ancora l'originaria copertura con volte a crociera poggianti su costoloni. In queste cappelle venivano effettuate delle funzioni liturgiche: a testimonianza di ciò nelle pareti sono visibili due nicchie, la minore usata per custodire le ampolle e la maggiore come lavabo.
fonte immagine |
Nella parete di fondo del transetto sinistro vi sono due porte: una dà accesso alla scala a chiocciola che conduceva nel sottotetto e l'altra al cimitero. Nella parete di fondo del transetto destro si trova la porta che dava accesso alla sagrestia e una apertura posta in alto sulla destra grazie alla quale i monaci, usando una scala in legno, potevano accedere direttamente alla chiesa dal dormitorio per svolgere le funzioni notturne e mattutine.
fonte immagine |
Il transetto e le prime due campate del braccio longitudinale erano la zona riservata ai monaci; all'altezza della seconda campata di destra nel 1288 venne costruito un altare eliminando la base della semicolonna mentre la parte superiore venne ornata con una calotta decorata a figure fitoformi. Notevoli nella navata centrale sono gli archi a sesto acuto a doppia ghiera, le semicolonne da cui partivano le volte che coprivano le navate, la doppia cornice sopra le arcate e le decorazioni floreali sui capitelli. Tra i capitelli il più interessante è quello del primo pilastro di sinistra decorato con una figura antropomorfa, che potrebbe anche raffigurare l'ultimo architetto della chiesa, Ugolino di Maffeo.
fonte immagine |
Allora, cosa ne pensi della 'gita' di oggi?
Quanto ti è piaciuta l'Abbazia di San Galgano??
Sì dai, un po' di ironia non può mancare!
Vuoi saperne di più?
Clicca qui e guarda il video di Nove Rocche sulle 10 curiosità
sull'Abbazia di San Galgano!
Se questo post ti è piaciuto puoi:
🔸
Scrivermi le tue impressioni in un commento qui sotto
🔸
Inoltra questo articolo ai tuoi amici
🔸
Non dimenticarti di lasciare un like al post su instagram
✨Grazie✨
✨ Restiamo in contatto ✨
Commenti
Posta un commento