ArchiPills| The Gateway Arch - St Louis
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The Gateway Arch, conosciuto anche come la "Porta verso l'ovest" (Gateway to the West) è un arco monumentale situato nell'omonimo parco nazionale ed è il simbolo di St. Louis.
Completato il 28 ottobre di 50 anni fa a St. Louis nel Missouri, Stati Uniti, la costruzione dell'enorme arco futuristico alto 192 metri divenne in pochi anni uno dei monumenti statunitensi più conosciuti e visitati.
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Visibile praticamente da qualsiasi punto della città, è l’arco più alto al mondo e il monumento più grande di tutto l’emisfero occidentale. Nel corso degli anni è diventato un elemento centrale nella cultura di St. Louis; ci sono romanzi, sinfonie, poemi e film che in un modo o nell’altro contengono riferimenti a questa costruzione, dalla storia piuttosto travagliata.
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Nei primi anni Trenta del Novecento la città di St. Louis decise di avviare un ambizioso progetto per costruire un “Memoriale Nazionale” lungo il fiume Mississippi, in un’ampia area lungo l’argine poco sfruttata. Fu costituita la Jefferson National Expansion Memorial Association, con l’obiettivo di dedicare il memoriale “agli uomini che hanno reso possibile l’espansione territoriale verso ovest degli Stati Uniti, in particolare il presidente Jefferson, i suoi assistenti Livingston e Monroe, i grandi esploratori Lewis e Clark, i cacciatori e i pionieri”.
Benché fosse ritenuta da molti uno sperpero di denaro pubblico, l’iniziativa proseguì negli anni seguenti e fu vista comunque come un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro. La legge federale che istituiva il memoriale fu firmata dall’allora presidente Franklin D. Roosevelt nel 1934, dopo alcuni complicati passaggi al Congresso, che inizialmente l’aveva accantonata.
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Grazie ai circa 9 milioni di dollari stanziati per la prima fase di realizzazione del memoriale, la città eseguì gli espropri e demolì i palazzi che si trovavano lungo il fiume, con una serie di operazioni che proseguirono fino alla fine degli anni Trenta, anche a causa di diversi ritardi dovuti a contenziosi legali. I sostenitori del progetto si resero presto conto che il Jefferson National Expansion Memorial, ancora da costruire, avesse bisogno di un monumento molto distintivo per spiccare e farsi notare non solo in città. Furono fornite alcune linee guida e nel 1947 fu aperto un concorso per selezionare la proposta più convincente. Fu scelta quella di Eero Saarinen, architetto e designer finlandese naturalizzato statunitense, che propose la costruzione di un grande arco per rappresentare “la porta d’ingresso verso l’ovest, l’espansione di una nazione e via discorrendo”.
Ottenute le approvazioni, Saarinen e colleghi perfezionarono il loro progetto, arricchendolo con altri edifici e infrastrutture per rendere più accessibile e fruibile l’intero sito del memoriale. La costruzione del Gateway Arch iniziò il 12 febbraio del 1963, un paio di anni dopo la morte di Saarinen, con la posa della prima sezione dell’arco. Anche se con qualche ritardo, i lavori per la realizzazione del monumento andarono avanti piuttosto spediti, anche grazie al sistema per costruirlo che prevedeva l’utilizzo di grandi moduli (prismi a base triangolare) da assemblare insieme dalle due basi fino al culmine dell’arco stesso. Le radio locali segnalavano i giorni in cui era previsto il sollevamento dei nuovi moduli, così da permettere alle persone di andare a osservare le fasi di costruzione.
La chiave di volta del Gateway Arch fu inserita il 28 ottobre del 1965, completando di fatto la costruzione dell’arco. All’interno di quel modulo furono inseriti fogli con le firme di oltre 760mila studenti delle scuole del Missouri. La costruzione delle altre infrastrutture e del museo del memoriale richiesero più tempo, quindi l’arco fu ufficialmente aperto al pubblico solo nel 1967. La costruzione dell’arco richiese in tutto 13 milioni di dollari, circa 180 milioni di dollari dei giorni nostri.
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Il Gateway Arch è alto e largo 192 metri e ha una sezione a forma di triangolo equilatero, i cui lati sono lunghi 16 metri alla base e 5,2 metri alla cima: questa soluzione ha permesso di gestire meglio i pesi e la stabilità dell’arco. Le pareti sono costituite da uno strato di acciaio inossidabile, due strati di acciaio al carbonio e uno di cemento per i primi 90 metri delle due basi. L’interno dell’arco è cavo e contiene una serie di carrelli su rotaia per portare i visitatori in cima, dove c’è un punto di osservazione.
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L’arco pesa nel complesso quasi 39mila tonnellate ed è in grado di sopportare venti fino a 240 chilometri orari. Questo significa che oscilla, con un massimo di circa 23 centimetri da un lato e dall’altro. In termini matematici, il Gateway Arch ha la forma di una catenaria pesata capovolta, una curva con aspetto simile a una parabola, ma in realtà ha l’andamento di una corda con i suoi estremi vincolati e lasciata pendere, essendo soggetta solo al suo peso.
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In 50 anni di storia, il Gateway Arch è stato al centro di diverse iniziative, soprattutto da parte di appassionati di sport estremi e di acrobazie. Nel 1973 una mongolfiera fu fatta passare sotto l’arco, ma durante una manovra sfiorò la struttura e precipitò di circa 21 metri prima di stabilizzarsi nuovamente. Negli anni decine di persone, autorizzate e non, si sono paracadutate dal Gateway Arch: nel 1980 un paracadutista si lanciò da un aereo raggiungendo il punto più alto dell’arco, da dove si sarebbe dovuto paracadutare una seconda volta per raggiungere il suolo, ma una folata di vento lo fece precipitare causandone la morte. Nel 1992 un uomo scalò l’arco usando alcune ventose e, raggiunta la cima, si paracadutò al suolo.
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Secondo diversi osservatori, il Gateway Arch richiama molto il progetto mai realizzato di un arco per l’EUR, il quartiere di Roma sede dell’Esposizione universale del 1942, che poi non fu organizzata a causa dell’inizio della Seconda guerra mondiale. Nei progetti l’arco dell’EUR avrebbe dovuto avere un’ampiezza maggiore rispetto a quella del monumento di St. Louis.
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Nel 2018 è stata completata la riqualificazione del Gateway Arch National Expansion Memorial con un nuovo accesso al museo. Prima di quest'ultimo intervento, i visitatori potevano salire sulla sommità dell'arco negli angusti scomparti di un ascensore su rotaia per ammirare il panorama (fino a quasi 50 chilometri di distanza nelle belle giornate), e poi visitare il museo sotterraneo dedicato alla storia della "Conquista dell'Ovest". Abbiamo già detto come l'arco sia diventato simbolo della città e il suo futuristico design abbia avuto così successo da essere divenuto oggetto dei maggior gadget venduti in tutti i negozi di souvenir della città. Ma il Memorial, a cui si accedeva in auto o attraversando due ponti pedonali sospesi sopra il traffico continuo dell'Interstate e due strade secondarie, è anche un classico esempio di cattiva pianificazione urbana americana. Con il passare del tempo, il sito si era poi degradato: gli interventi sul paesaggio del primo progetto non furono mai realizzati e il terreno intorno all'arco rimase soltanto un enorme prato verde.
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Così, nel 2010 il National Parks Service e il municipio di St. Louis hanno indetto un concorso intitolato "The City + The Arch + The River" per la riqualificazione del parco e del museo. La vittoria è andata a un team messo insieme da Michael van Valkenburgh & Associates, che includeva James Carpenter Design Associates e Cooper Robertson.
Il nuovo Memorial ha finalmente ricongiunto il parco alla città creando spazi per la vita urbana collettiva in un contesto che negli ultimi quarant'anni ne è stato privo. L'interazione vitale tra arco e paesaggio sognata da Saarinene e Kiley è stata finalmente realizzata con elementi moderni capaci di attirare i visitatori di oggi.
L'asse che si estende dall'Arco all'Old Court House è irresistibile e il profilo ricurvo di marciapiedi e spazi verdi riecheggia la grande curva dell'arco sovrastante, la cui ombra si sposta lentamente attraverso il parco con il passare delle ore.
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Per ciò che concerne il Museo sotterraneo, la supervisione della trasformazione è stata affidata a Cooper Robertson. Le sale espositive adesso raccontano una nuova versione dell'espansione verso ovest, a partire dalla storia naturale e dai primi abitanti della regione, come attestato dal vicino insediamento urbano di nativi americani di Cahokia, risalente al periodo compreso tra il 1050 e il 1350.
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Attraverso le installazioni interattive si rivivono le esperienze dei primi abitanti e degli immigrati europei. Una parte del museo è dedicata inoltre alla storia del Gateway Arch di Saarinen; particolare risalto è dato al modello del 1948 portato sul sito per la prima volta.
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L'elemento cruciale del nuovo progetto, quello che collega il parco e il museo, è stato creato dallo studio James Carpenter Design Associates. Mentre gli interventi sul paesaggio potevano essere regolati sul modello fornito da Kiley, realizzare la transizione tra parco e museo sotterraneo era una questione delicata.
I progettisti della Carpenter Design Associates hanno inciso un arco nel paesaggio facendo in modo che l'apice della curva corrispondesse con l'ingresso del museo.
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Mentre si scende in curva verso l'ingresso del museo, la linea di riferimento naturale sembra sollevarsi. Entrando nel museo la forza della luce è intensa. Una copertura di vetro consente un'ultima visione dell'arco prima di oltrepassare la soglia. La luce naturale si riversa nell'atrio altro quattro metri e altrove: al tramonto i raggi del sole penetrano dentro il museo per quasi 38 metri.
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Gli ascensori e una scala monumentale conducono i visitatori nella sala principale sette metri più in basso. Travi strutturali compongono il soffitto di entrambe le sale; le lampade a LED inserite all'interno di rivestimenti tubolari metallici sono collocate a distanza di quattro travi l'una dall'altra. Rivolte verso l'alto, forniscono una luce diffusa che ripropone i livelli di quella naturale all'esterno. Le travi e la loro illuminazione conferiscono al soffitto una profondità simile a quella del cielo. In effetti, anche questo spazio sotterraneo sembra pervaso di luce naturale.
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Alla fine, dopo aver ripercorso la storia dell'espansione verso ovest all'interno del museo, si esce in direzione dell'Old Court House e ci si trova davanti la città di St. Louis, il prodotto urbano di quell'espansione.
Fonti:
- Nicholas Adams, James Carpenter Ingresso al Gateway Arch Museum St. Louis, in Casabella 892, Dic 2018, pp 42-51;
- Redazione ilpost, Il grande arco di St. Louis ha 50 anni, 28 Ott 2015, in ilpost.it, https://bit.ly/3k9NuhI;
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