Storia dell'Arte| Cap.5.1 Arte Egizia - La scultura
Prima di parlare delle opere artistiche egizie, è importante ricordare che l’arte è sempre un riflesso delle idee e della visione del mondo della società. Nel caso dell'antico Egitto, come abbiamo già accennato nel primo post, tutta la loro arte è incentrata sul culto della vita dopo la morte.
La persona più importante nell’antico Egitto è il Faraone, ovvero l’uomo divinizzato. L’intera società è costruita sulla glorificazione del culto di questa figura e sulla realizzazione di tutte le condizioni necessarie per la sua vita ultraterrena. Come sapete, l’Antico Egitto generalmente si associa alle piramidi che furono erette per resistere nei secoli e diventare sepolcri dei Faraoni.
Quest’arte era piuttosto dogmatica, era sottoposta a regole rigide e quindi non si sviluppava più di tanto. Secondo il punto di vista moderno, l'arte deve sempre progredire, affrontare nuove sfide e presentare nuove forme; perché questo coincida con lo stile di vita di una persona d’oggi. In quell'epoca, però si pensava diversamente. Gli artisti dell'antico Egitto non avevano bisogno di inventare qualcosa di nuovo, dovevano solo seguire i canoni e le regole stabilite; perciò, la loro arte è rimasta invariata per secoli. Ha creato forme artistiche che erano poco diverse da quelle create 300 e anche 3000 anni prima.
La Scultura Egizia
La scultura egizia è riconoscibile a prima vista perché segue sempre determinate regole di costruzione. Ad esempio, se si raffigura un Faraone in piedi, la sua figura è sempre in posizione dritta, a volte con una gamba spinta in avanti (il cosiddetto “Passo verso l’Eternità”), mentre le braccia sono aderenti al torace.
Questa regola non veniva mai infranta!
Triade di Micerino, metà del III millennio a.C. - Antico Regno: 3200-2400 a.C. Museo Egizio del Cairo |
In questo esempio vediamo la statua del Faraone Micerino che viene accompagnato nell'aldilà da due Dee, ed è per questo che fa il passo in avanti.
La scultura egizia si faceva sempre con la pietra dura. Come mai?
Qual è lo scopo dell’Arte Egizia? Abbiamo detto, che lo scopo dell’Arte Egizia è quello di rivolgere all’eternità, realizzare opere che rimangano in eterno! E cosa c’è di più eterno della pietra dura? Ecco perché usavano minerali come il basalto e il granito. A causa del materiale, però, la scultura egizia non è molto dettagliata. Infatti, è priva di particolari ed è creata da blocchi abbastanza grandi. Si può definire generalizzata.
Per quanto riguarda il canone della raffigurazione del corpo, ci sono due posizioni in cui veniva rappresentato il faraone. Una è in piedi con la postura dritta e le braccia distese lungo i fianchi, a volte in atto di cammino. Un’altra è una posizione seduta, dritta e con le mani piegate sulle ginocchia e le gambe strette l'una all'altra.
Tutte le sculture egizie venivano realizzate secondo questi schemi. C'è da dire che tutto ciò è legittimo, per un’arte volta alla glorificazione del Faraone: la canonicità, l'adesione rigorosa a determinate regole e l'aspetto generalizzato del Faraone, caratterizzano questo tipo d’arte.
Statua del Faraone Sahura, metà del III millenio a.C. fonte immagine |
Infatti, nel caso delle statue dei Faraoni Sahura e Micerino, il loro aspetto non è specifico, non è un esatto ritratto di persone concrete, è un’immagine generalizzata del Faraone. Lo scopo non era quello di ritrarre una persona concreta in modo da poterla riconoscere dopo 4000 anni. Lo scopo era quello di ritrarre il Faraone, senza tratti individuali, in modo che potessimo capire da subito il suo status. La mancanza di attenzione ai particolari e ai tratti individuali dell'aspetto è causata anche dall’impossibilità di realizzare dettagli particolarmente delicati sulla pietra dura.
Tutto questo però, non riguarda le sculture di gente comune. In questo caso vediamo già la libertà artistica dei maestri egizi. Erano molto bravi a creare sculture realistiche.
Statua di Ka’aper, metà del III millennio a.C. Museo Egizio del Cairo fonte immagine |
La celebre statua di Ka’aper attualmente è esposta permanentemente al Museo Egizio del Cairo. Colpisce che la statua sia fatta in legno, che non è un materiale molto resistente. Siamo molto fortunati che si giunta fino ad oggi!
Possiamo subito notare che questa statua era stata dipinta: le tracce della vernice si vedono molto bene ancora oggi. Perché le sculture venivano dipinte?
Perché nell’Antico Egitto le statue non si creavano per puro piacere estetico (questo accadrà poi nel periodo tardo), l’arte in questo periodo ha funzione di culto, e quindi molto elevato. L’arte serve per garantire l’immortalità del Faraone e delle persone a lui vicine, nonché di alcuni nobili, come nel caso del Ka’aper. Le sculture ben dipinte perché dovevano assomigliare alle persone reali. La sfida per un'artista, creare un'immagine che poteva essere letteralmente confusa con una persona vera.
Statura di Ka’aper, metà del III millennio a.C. Museo Egizio del Cairo fonte immagine |
Guardiamo meglio questo corpo, non è un corpo di un Faraone: non ha una figura slanciata, qui invece vediamo un uomo basso e robusto. Non ha un aspetto generalizzato come il Faraone, si vede che è una concreta. Ha un viso rotondo e tutto il suo aspetto presenta tratti unici.
Un altro esempio la statua dello Scriba Rosso.
Lo Scriba Rosso, metà del III millennio a.C. Museo del Louvre |
Anche qui ritroviamo una statua dipinta. È arrivata ai giorni nostri quasi totalmente con il suo aspetto e colore originali. Il corpo è dipinto con qualche colore, e anche i vestiti sono colorati, questi di solito venivano colorati di bianco candito.
Lo Scriba Rosso, metà del III millennio a.C. Museo del Louvre |
Un’ altra cosa da notare sono gli occhi incredibilmente vivi!
L’artista egizio è riuscito infatti a raggiungere questo effetto intarsiandoli con cristallo rivestito d'argento, conferendogli per sempre, la lucidità degli occhi veri.
Tutto questo serve per creare un’immagine di una persona quasi reale. Sembra infatti una persona concreta e possiamo anche dire anche che il suo corpo ha subito una certa deformazione professionale. Di cosa si occupa uno scriba? Bè sta seduto e semplicemente scrive. Ecco perché ha una “pancetta” tipica di chi ha una vita sedentaria. Qui, di sicuro, non c’è traccia di idealizzazione, caratteristica delle immagini del Faraone.
Per quanto riguarda la tematica della colorazione dei corpi umani nella scultura egizia, ci soffermiamo un momento sulla statua dei Faraoni Rahotep e la moglie Nofret.
Faraone Rahotep e sua moglie Nofret, XXVIII secolo a.C. |
Riconosciamo anche qui un canone per la colorazione delle statue. Quindi il canone riguarda non solo la loro posizione, ma anche il modo in cui devono essere dipinte. Vediamo che le figure maschili hanno un colore più scuro, mentre le figure femminili sono più chiare.
Faraone Rahotep e sua moglie Nofret, XXVIII secolo a.C. |
Vediamo anche che alcuni elementi decorativi e il trucco degli occhi sono dipinti. Tutto questo serve per creare un’immagine più realistica.
Tuttavia, a un certo punto nell'arte dell'antico Egitto c'è stata svolta. Per millenni quasi nulla è cambiato nel canone esistente. Fu il Faraone Akhenaton, che ruppe il solido ordine delle cose. Innanzitutto, fece molte riforme, adottò una divinità suprema, il Dio Ra e gettò le basi del nuovo canone artistico.
Non volle più essere ritratto come venivano ritratti tutti i Faraoni prima di lui, Akhenaton, voleva vedere nell’opera l’immagine di sé stesso.
Colosso
di Akhenaton, intorno alla metà del XIV secolo a.C. - Museo Egizio del Cairo fonte immagine |
Perciò qui vediamo una statua di un Faraone che non assomiglia alle statue viste finora. Distinguiamo un viso ben definito, con delle labbra carnose. La sua figura di certo non è idealizzata, non ha un fisico da atleta, è una persona reale con delle caratteristiche personali particolari. Vediamo un’immagine del Faraone rappresentata diversamente, rispetto all’arte del periodo precedente.
Il concetto della “violazione del canone” lo ritroviamo anche nel rilievo di Akhenaton con Nefertiti e le loro figlie.
Akhenaton con Nefertiti e le loro figlie, 1356-1340 a.C. fonte immagine |
In questo caso si tratta di rilievo, il rilievo affondato o scavato è un tipo di rilievo in cui l'immagine non si alza sopra la superficie ma al contrario viene incisa. Le figure vengono intagliate nello spessore della pietra e non scolpite sopra.
Il canone “violato” in questo caso fa riferimento alle dimensioni delle persone rappresentate.
La rappresentazione riguarda infatti Akthenaton con la moglie Nefertiti con le stesse dimensioni e proporzioni. Questo, non è di certo un fatto comune. Sono rappresentati seduti mentre giocano con i bambini. Sopra di loro ci sono i raggi del sole divino, ovvero sono sotto la protezione dell'amore divino. Questa è una scena molto realistica, non è una rappresentazione di caccia o di una vittoria militare che sarebbe logico quando si tratta del faraone. È una scena di famiglia, in cui il faraone e sua moglie giocano con i loro figli.
Proprio durante il Regno di Akhenaton, immagini come questa cominciarono ad apparire. La sua dinastia purtroppo non durò a lungo e dopo la morte di Akhenaton ci fu un ritorno a livello artistico precedente. Succede perché in Egitto il potere del canone era ancora molto forte.
Il Tempio di Ramses II, prima metà del XIII secolo a.C. fonte immagine |
In questo caso le figure dei faraoni sono in posizione canonica seduta all'ingresso del tempio e di nuovo non sono persone specifiche, ma generalizzate. I loro volti sono uguali. In questo periodo vengono create statue gigantesche che si mettono all'ingresso del tempio.
Possiamo dire in sintesi che nell'antico Egitto la scultura segue regole rigide quando si tratta delle immagini dei faraoni e di solito è fatta di pietra molto dura, i canoni simili esistevano durante tutta la storia dell'antico Egitto. I canoni venivano infranti molto raramente, perciò la scultura egizia è facilmente riconoscibile.
Fonti:
- Giorgio Cricco, Francesco Paolo Teodoro, Itinerario nell'arte, Dalla Preistoria a Giotto, Vol1, Bologna, Zanichelli, 2016;- E.H. Gombrich, La Storia dell'Arte, Phaidon, 2021
- didatticarte.it, 2. Arte Egizia, https://bit.ly/3NwMS2e
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