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Storia dell'Arte| Cap.5.1.2 Arte Egizia - La Maschera di Tutankhamòn

 

arte egizia scultura La Maschera funeraria di Tutankhamòn Carter oro lapislazzuli tomba mummia ritrovamento valle dei re
Subito dopo la morte di Akhenaton, però, tutte le innovazioni artistiche da lui favorite vengono immediatamente riassorbite dalla tradizione. Nella scultura, soprattutto, si ritorna all'applicazione di quelle rigide e collaudate regole secondo le quali i ritratti non devono fare mai alcun riferimento alla vera fisionomia dei personaggi (ne abbiamo parlato qui).

Questo brusco ritorno ai temi della tradizione è ben evidente nella Maschera funeraria di Tutankhamòn, giovane faraone morto dopo appena nove anni di regno, intorno al 1323 a.C. La sua straordinaria notorietà è legata al fatto che la sua tomba è stata rinvenuta intatta e saccheggiata, nel 1922, dall'archeologo inglese Howard Carter.

La squadra di Carter impiegò due anni per raggiungere e aprire il pesantissimo sarcofago che conteneva la mummia del faraone. La maschera è parte del corredo funebre di questo faraone bambino e ricopriva la mummia, posta assieme ad essa al termine della serie di sarcofagi. Essa è stata trovata assieme a molti altri reperti.

Il 28 ottobre 1925, Carter aprì il sarcofago più interno, portando alla luce, per la prima volta dopo circa 3250 anni, la maschera d'oro. Scrisse nel suo diario:
«I perni [furono] rimossi, il coperchio fu sollevato. La penultima scena fu rivelata - la mummia molto ben confezionata del giovane re, con una maschera d'oro dall'espressione triste ma tranquilla, simboleggiante Osiride [...] la maschera reca gli attributi del dio, ma l'aspetto è quello di Tut.Ankh.Amen [Tutankhamon] - placido e bello, con gli stessi tratti che abbiamo trovato sulle sue statue e sui suoi sarcofagi. La maschera è caduta un poco indietro, quindi il suo sguardo va dritto verso il cielo.»
(Howard Carter, Diario)

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La celebre maschera, collocata sopra la testa della mummia al fine di potersi presentare più dignitosamente al giudizio degli dei, è realizzata in oro massiccio con preziosi inserti di quarzo, lapislazzuli, smalti colorati e altre pietre dure. 

Gli elementi caratteristici di questa opera sono il naso sottile e leggermente storto, le narici delicate e le labbra carnose. Secondo l’antica tradizione, intorno agli occhi e fino alle tempie, vi sono tocchi di lapislazzuli. Anche Le sopracciglia e il contorno delle palpebre sono fatti in lapislazzuli, mentre gli occhi sono realizzati in ossidiana e quarzo, con un tocco di rosso agli angoli. I lobi delle orecchie sono forati, caratteristica che nell’arte egizia è generalmente riscontrabile per donne e bambini, originariamente erano coperti con nastri d’oro.

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Maschera funeraria di Tutankhamon, ca 1325 a.C., Oro, lapislazzuli, smalti e pietre due, altezza 62,68 cm. Dalla Valle dei Re, Tebe Ovest. Il Cairo, Museo Nazionale Egizio.

I lineamenti del volto fortemente stilizzati, il nemes a righe con i simboli regali dell'avvoltoio e dell'ureo e la barbetta finta ricalcano con precisione le caratteristiche che ogni maschera funeraria doveva necessariamente avere, senza mai tenere conto delle reali fattezze del defunto. Anche il copricapo ha una sua simbologia: le strisce blu e dorate rappresentano il dio Sole Ra.

Sulla parte posteriore si trova un’iscrizione geroglifica in 10 colonne verticali e 2 orizzontali che riportano il testo del capitolo 531 dei “Testi dei sarcofagi” del Medio Regno e che nel Nuovo Regno venne incorporato nel libro dei morti.
«Salute a te. Bello è il tuo viso che irradia luce completato da Ptah-Sokar, esaltato da Anubi. Fa' in modo che siano innalzate lodi a Thot. Bello è il volto che è presso gli dei. Il tuo occhio destro è nella barca della sera [la barca solare di Ra], il tuo occhio sinistro è nella barca del giorno, le tue sopracciglia nell'Enneade. La tua fronte è [quella di] Anubi, la tua nuca è [quella di] Horus, i ciuffi dei tuoi capelli [sono quelli di] Ptah-Sokar. Sei dinanzi ad Osiride [qui identificato con Tutankhamon stesso], egli ti rende grazie, egli ti conduce lungo le buone strade, tu abbatti per lui i cospiratori di Seth, cosicché egli possa sconfiggere i tuoi nemici dinnanzi alla Enneade degli dei, nel grande Palazzo del Principe che è in Eliopoli [...] che è Osiride, il re dell'Alto e del Basso Egitto, Nebkheperura [Tutankhamon], defunto, dia vita come Ra.»

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Al momento della scoperta la barba d’oro del peso di 2,5 chili, decorata con lapislazzuli per rendere il motivo dell’intreccio, era separata dal mento; in seguito fu riattaccata mediante una giuntura in legno. La barba successivamente cadde dalla maschera durante alcune operazioni di pulizia ordinaria. Gli impiegati del museo responsabili del danno utilizzarono una colla a presa rapida per riattaccarla; ovviamente si trattò di un grossolano intervento del tutto inadeguato e fu poi rimessa a posto da persone esperte in questo campo.
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La maschera in situ al momento del ritrovamento (1925)
Benché solitamente non venga esposta insieme alla maschera, questa era completata da una collana composta da tre giri d’oro e dischetti di faience blu con terminazione a forma di fiore di loto e fermagli a forma di ureo. 
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La collana e la barba posticcia.

La maschera di Tutankhamon mostra d'aver subito vari danni: perdita di estese parti della pasta vitrea blu dalla fronte e dal retro del nemes, specie dalla treccia posteriore; gran parte di questi danni furono causati da Carter nel tentativo di separare la maschera e la mummia dalle resine di imbalsamazione. Un secondo gruppo di danni è visibile sulla fronte e sulla falda esterna: due fori brutalmente eseguiti in antico, evidentemente per fissare fermamente in posizione il flagello al corpo. Non è ovviamente noto perché tali fori siano stati realizzati in maniera così cruda; durante la cerimonia di apertura della bocca, il rituale prevedeva che la mummia regale fosse messa in posizione verticale e, forse, in tale posizione il flagello non restava ben fermo rischiando di cadere: ciò potrebbe aver comportato la necessità di risolvere il problema estemporaneamente. Una terza area di danni è riscontrabile nella parte anteriore sporgente, a destra, del nemes: sembra infatti che questa sia stata sottoposta a un violento urto. La posizione e il tipo di danno suggeriscono che la maschera (e forse il completo allestimento funerario) possa essere caduta dalla posizione verticale già all'interno della tomba. Tale ipotesi viene suffragata dalle stesse annotazioni di Carter che indica un certo numero di pezzi d'oro sparsi sul pavimento dell'entrata e dell'anticamera. Carter identificò successivamente tali frammenti come parte del fianco della maschera.

Fonti:
- Giorgio Cricco, Francesco Paolo Teodoro, Itinerario nell'arte, Dalla Preistoria a Giotto, Vol1, Bologna, Zanichelli, 2016;
- E.H. Gombrich, La Storia dell'Arte, Phaidon, 2021;
- didatticarte.it, 2. Arte Egiziahttps://bit.ly/3NwMS2e;
- Redazione, Maschera Funeraria di Tutankhamòn, in wikipedia.org, https://bit.ly/3JWQxoF
- Redazione, Maschera di Tutankhamon, in arteopereartisti.it, Maggio 2018, https://bit.ly/3dvitE4

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