Storia dell'Arte| Cap.5.3 Arte Egizia - L'Architettura
L'architettura dell'antico Egitto è associata alle piramidi, ma prima ancora c'era una forma architettonica diversa, questa forma si chiama Mastaba, la cui traduzione è “una panca”.
Mastaba di Shepseskaf, metà del III millennio a.C |
Cos'è una mastaba?
È una forma architettonica complessa, fatta di mattoni di pietra. Al suo interno c'erano spazi nei quali si poteva venire a pregare e a ricordare un parente defunto che vi era sepolto. Il corpo però non veniva sepolto in uno di questi spazi ma in una camera sotterranea che veniva collegata con altri spazi da un pozzo verticale solitamente coperto.
Una curiosità, le mastabe avevano una porta nell'eternità era una porta finta dipinta sul muro ovviamente non si poteva aprirla. Questa porta indicava che la persona sepolta nella mastaba era nell'aldilà e quindi non era possibile incontrarla, contrariamente il defunto poteva osservare chi vi entrava.
Schema di una Mastaba |
Poi emerge una nuova forma architettonica. Appare per la prima volta nella Piramide di Djoser.
C'è una leggenda interessante su come è stata creata questa piramide. Osservandola attentamente, sembrano più mastabe messe una sopra l'altra, dalla più grande alla più piccola.
Piramide di Djoser XXVII secolo a.C. |
Si dice che ci fu l'obbligo di costruire un sepolcro per il Faraone così costruirono una prima Mastaba, ma il denaro non finì e il Faraone non morì nei tempi previsti. Perciò l'architetto decise di mettere sulla mastaba già costruita, un'altra e poi un'altra ancora. Così venne creata questa forma slanciata. Egiziani rimasero talmente stupiti che iniziarono a costruire tombe in modo simile. È da notare che anche nella piramide di Joseph la sepoltura è sotterranea e non si trova nella piramide stessa.
Questo cambiò quando apparvero le piramidi canoniche di Giza.
In esse la camera con il corpo del Faraone si trovava all'interno della piramide. Potete notare che un volume architettonico colossale che colpisce per la sua regolarità, perché si tratta di piramidi quadrate. All'epoca erano rivestite di pietra levigata e riflettevano la luce del sole.
Immaginate che spettacolo vederle così! Le piramidi tuttora stupiscono le persone che non hanno mai visto i grattacieli, figuriamoci la gente dell'antichità!
Piramidi di Giza, XXVI secolo a.C. |
Furono costruite in modo da essere stabili con la garanzia di resistere nel tempo. I maestri egizi hanno perfettamente raggiunto il loro obiettivo, infatti dopo millenni le piramidi sono ancora in piedi e continuano a sorprenderci.
La costruzione di questa forma di architettura monumentale poteva impiegare anche decenni. È importante tenere a mente che tutto quello che accadeva nell'antico Egitto era subordinato al culto del Faraone divinizzato. Quindi la costruzione delle piramidi richiedeva sforzi enormi, ne prendevano parte decine di migliaia di persone, molti di loro morivano durante i lavori.
Nonostante questo, le piramidi venivano costruite abbastanza velocemente. Non appena nasceva un nuovo Faraone sorgeva la necessità di costruire una piramide per lui e la loro aspettativa di vita era decisamente inferiore a 60-70 anni, vuol dire che la piramide avrebbe dovuto essere costruita molto velocemente, perciò la costruzione richiedeva una manodopera così grande. L'intera vita dell'antico Egitto era sottoposta alla necessità di creare questi monumenti. Naturalmente quello dell'Egitto era un regime dispotico, ma anche grazie a questo abbiamo monumenti di questo genere.
Quindi le piramidi iniziano a sostituire altre forme architettoniche. Tutta l'arte dell'antico Egitto si può dividere in tre periodi, il primo è il periodo più antico, seguito dal periodo del Medio Regno e poi da quello del nuovo Regno. Le piramidi erano una forma architettonica antica che poi venne sostituita con templi simili.
Ricostruzione del Tempio funerario di Mentuhotep II, fine del XXI secolo a.C. |
Sorgevano complessi architettonici in cui il tempio veniva collegato con gli spazi interni e quelli in cui una piramide veniva messa sopra il tempio. Questa forma venne presto abbandonata perché le piramidi erano ben visibili da lontano. Venivano spesso trovate e derubate dai ladri, così fu deciso di non utilizzare la piramide e di seppellire i faraoni da qualche parte in montagna, mantenendo il segreto del luogo della loro sepoltura in modo che nessuno lo rubasse.
Vengono quindi riformulati e ricreati complessi simili al Tempio funerario di Hatshepsut a Dair El-Bahari.
Tempio funerario di Hatshepsut a Deir El-Bahari, inizio del XV secolo a.C. |
Questo è un esempio interessante perché in primo luogo il tempio è giunto fino a noi in condizioni abbastanza buone, e in secondo luogo è il tempio di una sovrana. Hatshepsut regnava da sola, non aveva il suo Faraone, era l'unica donna Faraone onorata con un tempio proprio.
Un elemento necessario del tempio era una lunga strada: un'asse che portava al tempio, costruito su più livelli.
schema di un tempio dell'antico Egitto |
Nel tempo la forma del tempio cambia ancora. Camminando lungo l'asse centrale ci si avvicina al tempio da lontano, sui lati della via sono poste le sfingi. Avevano il volto del Faraone a cui era dedicato il tempio.
Viale delle Sfingi |
All'ingresso si vede un grande cancello con statue enormi di faraoni seduti. Il percorso prosegue negli spazi interni. Troviamo una fila di cortili aperti circondati da colonne, elemento architettonico che prenderà il nome di peristilio. Tutto questo si alterna con delle sale coperte chiamate ipostile.
Vediamo quindi nascere di nuovo una sorta di struttura rigida ed è molto interessante che l'altezza degli spazi interni comincia a diminuire verso il punto in cui si trova il santuario principale. È anche da notare che l'accesso ai locali l'avevano persone specifiche e solo il Faraone aveva il diritto di arrivare fino alla fine al santuario. Altre persone e la servitù non lo accompagnavano. Era importante che nell'architettura di culto ci fosse un'idea di movimento, come una specie di processione. Lo scopo non è solo quello di arrivare al tempio dove c'è il santuario, bisogna attraversarlo tutto.
Il Grande tempio di Amon a Karnak, XIII secolo a.C. |
Le rovine del tempio di Amon a Karnak è uno degli esempi conservati meglio. Che cosa cattura subito la nostra attenzione? Per la prima volta nella storia dell’uomo assistiamo alla presenza delle colonne. Infatti, le piramidi non le hanno, qui invece sono elementi molto importanti in quanto elementi strutturali. La colonna come elemento di architettura viene generalmente associata all'arte antica greca e quando ne parliamo ci vengono subito in mente colonne greche di tipo Dorico, Ionico e Corinzio. Quelle colonne sono no diverse ed è importante notare che se nell'architettura greca la colonna è legata all'idea del corpo umano (è una metafora del corpo umano in architettura, in pietra). In Egitto invece è una rappresentazione simbolica delle piante. Ad esempio, può imitare fasci di fusti di papiro o il fiore di loto.
Le colonne del Tempio di Amon a Karnak |
Perché? torniamo all'idea principale della cultura egizia è una cultura che glorifica la vita nell'aldilà. Intera vita di un egiziano antico comune, era la preparazione alla morte, la vita è una certa tappa prima di passare nell'aldilà eterno. Perciò tutti gli oggetti, gli attributi della vita dopo la morte erano gli stessi che nella vita terrena. Se per esempio una persona faceva l'artigiano, veniva sepolta con le cose che usava nella sua vita quotidiana. Si credeva che un artigiano avrebbe continuato a esserlo anche dopo la morte. Se era un Faraone, allora ovviamente nell'aldilà avrebbe continuato a condurre guerre, andare a caccia e così via. L'architettura egizia che conosciamo rappresenta una versione più potente, monumentale, eterna degli edifici in cui abitava la gente comune dell'intero antico Egitto. Purtroppo, gli edifici della popolazione più umile non sono giunti ai nostri tempi perché venivano costruiti con dei materiali poco resistenti, al posto delle colonne venivano usati fasci di fusti.
La colonna è un'imitazione in pietra degli stessi fasci di piante, in questo caso si tratta di fusti di papiro o fiori di loto, che di solito si trovavano sul secondo livello architettonico. Potete vedere che l'altezza del soffitto aumenta gradualmente, in modo che la luce possa penetrare attraverso le fessure del soffitto. Ora possiamo soffermarci ad osservare dal basso verso l'alto, il fusto della colonna e soffermandoci sui bellissimi boccioli di fiori. Tutto ciò è giunto a noi in versione ridotta, perché nella versione originale era tutto dipinto, i fiori di loto, infatti, venivano dipinti come i fiori veri. I soffitti venivano dipinti come il cielo e se ci fossero stati le colonne sarebbero state dipinte come gli alberi.
Il movimento delle persone nello spazio del tempio era simile a una processione in un bosco sacro. Tutto questo è un'imitazione del mondo reale nella forma architettonica eterna. Sulle colonne sono incise varie scene e caratteri geroglifici. La decorazione crea una sorta di narrazione, un insieme di immagini visive.
- Giorgio Cricco, Francesco Paolo Teodoro, Itinerario nell'arte, Dalla Preistoria a Giotto, Vol1, Bologna, Zanichelli, 2016;
- E.H. Gombrich, La Storia dell'Arte, Phaidon, 2021;
- didatticarte.it, 2. Arte Egizia, https://bit.ly/3NwMS2e.
- E.H. Gombrich, La Storia dell'Arte, Phaidon, 2021;
- didatticarte.it, 2. Arte Egizia, https://bit.ly/3NwMS2e.
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