Storia dell'Arte| Cap 7 La Porta dei Leoni
Una delle testimonianze più celebri della civiltà micenee è sicuramente la celebre Porta dei Leoni (o delle Leonesse).
Quella micenea era sicuramene una civiltà guerriera e la dimostrazione è la presenza di una massiccia fortificazione in mura a protezione della città alta. Per accedere a Micene, bisognava appunto passare dalla sua famosa Porta.
Maestosa e monumentale porta, larga 3 metri e alta 3,2 metri, immetteva nell'Acropoli ed era posta nelle immediate vicinanze del recinto delle tombe reali. Eretta nel XIV secolo a.CD a essa si diparte la strada che conduce alle ricche pianure circostanti dell'Argòlide.
La struttura di questa porta ci ricorda inevitabilmente il sistema architettonico già visto addirittura nel Neolitico, mi riferisco ovviamente alla millenaria struttura di Stonehenge, e di tutte le strutture a lei ispirate....ma con un'evidente e particolare differenza: la struttura della nostra porta si presenta con due imponenti piedritti verticali con un architrave orizzontale e un triangolo di scarico!
A differenza delle antiche strutture, e anche della struttura della porta d'ingresso del tesoro di Atreo, questa presenta forse la prima testimonianza monumentale scultorea ritrovata in terra greca!
Il Triangolo di scarico presenta infatti una decorazione a basso rilievo che da il nome all'intera struttura. Sono infatti presenti due leoni o come è anche stato ipotizzato, due leonesse. Non ci è possibile identificarle meglio perchè come è visibile sono prive di entrambi le teste, questo ha portato a pensare agli archeologie e gli storici dell'arte che probabilmente le teste furono realizzate in materiale diverso e probabilmente incastonate nella pietra del triangolo. Probabilmente per questo motivo sono poi andate perdute.
I leoni (o leonesse) sono rappresentate in posizione rampante, essendo le zampe anteriori appoggiate, in una posizione "umanizzata" , su una struttura che sembra essere un altare (quindi rampanti perchè sembrano si stiano "arrampicando" su questa struttura), formato da due basi a sagoma concava, come quelli di alcuni altari in pietra ritrovati in un mègaron a Creta.
I leoni si fronteggiano viso a viso separati da una colonna, colonna che si presenta rastremata verso il basso e con un capitello che riporta all'architettura cretese (evidente quindi la presenza di un importante scambio culturale).
Il significato dietro questa decorazione non ci è stato tramandato e pertanto possiamo solo fare alcune ipotesi postume. Sicuramente questa immagine ci invoca la potenza della cultura, della civiltà e della città di Micene che si apre ai viandanti proprio dietro questa porta. I leoni sembrano infatti fare un po' da guardia all'ingresso della città, espediente già usato in passato come per esempio nel viale delle sfingi per i templi egizi.
Altri storici ipotizzano che le teste perdute fosse ruotate verso l'ingresso (infatti se ci facciamo caso non c'è abbastanza spazio nel triangolo per contenere quest'altra parte del corpo) e avessero la forma di teste di uccello, andando a riprodurre il corpo di un grifone.
Affresco con Grifone nella sala del trono a Cnosso. |
Altra lettura che potremmo fare vede le due figure, i leoni e la colonna, come confronto fra la forza naturale e la cultura. Spesso la colonna rappresentava ideologicamente la struttura portante della civiltà e quindi la divinità o il re; mentre le figure animalesche o mitologiche (la natura) poste in una posizione che rende omaggio alla figura centrale.
Inoltre la posizione fronteggiante dei due leoni potrebbe anche simboleggiare la fusione di due grandi culture: quella Micenea e quella cretese.
Quello che si può apprezzare per certo è la raffinatezza della manifattura. È evidente uno studio anatomico dei due animali attraverso l'evidenzia della muscolatura, lavorata in modo tale da sembrare il più possibile naturale.
Inoltre il bassorilievo è maggiormente aggettante nella parte centrale del triangolo, mettendo maggiormente in risalto la colonna centrale; questo lo possiamo notare anche dalla postura delle zampe posteriori dei leoni, dove intuiamo che la seconda zampa sia posta prospetticamente dietro, essendo questa meno sporgente rispetto la figura. È quindi, assolutamente da apprezzare questa già elevata capacità scultorea, tenendo conto soprattutto che ci troviamo in un epoca molto lontana, preannunciando la gloriosa scultura greca che da lì a poco nascerà.
Heinrich Schliemann e Wilhelm Doerpfeld presso la porta dei Leoni, a Micene |
Fonti:
- Giorgio Cricco, Francesco Paolo Teodoro, Itinerario nell'arte, Dalla Preistoria a Giotto, Vol1, Bologna, Zanichelli, 2016, pag 53;
- didatticarte.it, 4a. Arte Minoica, http://www.didatticarte.it/storiadellarte/4a%20arte%20minoica.pdf;
- didatticarte.it, 4a. Arte Minoica, http://www.didatticarte.it/storiadellarte/4a%20arte%20minoica.pdf;
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